La chiave di lettura è inevitabilmente quella già sottolineata da molti: il Sangiovese di Elisa Mazzavilani riesce a smarcarsi con agilità da un folto gruppo di rossi di Romagna spesso ancorati a un’idea di vino più muscolare che spigliato nella freschezza. Due categorie forse agli antipodi la cui sintesi ideale si trova nel mezzo: questa sembra la strada intrapresa dalla piccola azienda agricola Marta Valpiani, dal nome della madre di Elisa. Pochi ettari in conversione biologica e a conduzione biodinamica appena sopra Castrocaro Terme, intorno ai 300 metri di altitudine.

Sono stato la prima volta in cantina appena un paio di settimane fa durante una giornata dal sapore più autunnale che mai, avvolto dalla nebbia e dalle poche luci del crepuscolo. “Peccato – mi dice Elisa – la vista da qui è molto bella, utile anche per farsi un’idea delle particolari condizioni di questa specifica zona della denominazione”. E ancora: “al momento vinifichiamo una minima parte dei nostri vigneti, il grosso va ancora alla locale cantina sociale, siamo piccoli ma determinati”, e sorride. Piccoli ma belli, penso allora io: è piuttosto raro imbattersi nella curiosità e nell’entusiasmo che fanno parte del bagaglio caratteriale di Elisa. Se da una parte l’impressione è quella di trovarsi all’interno di un cantiere più che mai aperto, dove ogni scelta potrebbe essere messa in discussione a breve e dove si sperimenta con quello sguardo di chi vuole a tutti i costi capire meglio, dall’altra emerge una grande consapevolezza del proprio status all’interno di una serie di sistemi più grandi, che si tratti di chi si sta confrontando con la denominazione, con la FIVI, con la biodinamica, con le fermentazioni spontanee o con i tappi a vite, solo per citare le parole chiave che durante la nostra chiacchierata sono emerse più e più volte.

sangiovese-2014

L’idea è che i vini targati Marta Valpiani abbiano conosciuto in questi anni una sicura crescita in termini di espressività, nonostante questa sia stata la mia prima visita in cantina in diverse occasioni mi ero infatti ritrovato ad assaggiare il Sangiovese e l’impressione è che con il tempo questo abbia acquisito un maggior numero di dettagli e una migliore articolazione. In questo momento è in vendita quello della fredda e piovosa vendemmia del 2014: una raccolta che, è inevitabile, amplifica queste caratteristiche. Basta però raggiungere Elisa in cantina e chiederle di assaggiare i rossi attualmente in vasca, il 2015 e il 2016, per rendersi conto che la strada è tracciata. Sono vini sfaccettati, succosi e al tempo stesso leggeri, caratterizzati da una certa spensieratezza e al tempo stesso da quell’anima un po’ selvatica che così amo nei migliori sangiovese.

Conversando in cantina con Elisa, prima di andare a curiosare tra quello che è in maturazione, abbiamo aperto due dei suoi vini in questo momento in vendita, ho anche preso qualche appunto veloce.

Romagna Sangiovese Superiore 2014, Marta Valpiani
Molto più chiaro di quanto si potrebbe immaginare un Sangiovese Superiore di queste parti. Una leggerezza che viene confermata da bei profumi di rosa e di violetta, più in generale di acqua di fiori. E poi lampone e iodio per un assaggio che fa della timbrica sapida il suo tratto più importante. Asciutto senza perdere in golosità, è difficile immaginare di non finire il bicchiere in pochi secondi. Circa 6.000 bottiglie allo stupefacente prezzo di 8/10 euro.

Forlì Bianco 2015, Marta Valpiani
Non solo sangiovese. A partire da pochissima albana Elisa produce un bianco particolarmente convincente in termini di intensità, tutto sapore e allungo. Anche in questo caso è difficile non richiamare quella vena sapida che caratterizza i suoi rossi. Un tratto che si inserisce in un contesto di maggior struttura, frutto e calore, comunque rinfrescante. Appena 2.000 bottiglie a 9/11 euro.

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